La Madonna del Segno
La Madonna del Segno
Le prime testimonianze del modello Orante con le mani alzate lo riscontriamo già a partire dal IV sec. A.C. nelle catacombe di Sant’Agnese, mentre nella tradizione bizantina
, una variante dell’icona è possibile riscontrarla dal VI secolo, dove la Vergine è seduta su un trono con le tipiche mani alzate, gesto che rappresenta la posizione di chi amando Dio, lo invoca e si apre a
riceverne tutti i doni che il Signore voglia offrirgli. Su questa base prenderà forma via via la tipologia della Madre di Dio del Segno che avrà la sua forma più accreditata in quella monumentale della grande Panaghia (Tutta santa) e che possiamo riscontrare, per la prima volta, nel IX sec. nella chiesa delle Blacherne a Costantinopoli, icona che verrà poi distrutta in un incendio nel 1943 ma dalla quale scaturiranno poi tante varianti.
In questa rappresentazione Maria è interamente avvolta nel suo maphòrion (l’abito consueto delle monache siriache) dal colore blu-azzurro, il colore del cielo ma ancor di più, nel linguaggio iconografico, è simbolo di trascendenza divina, essendo Lei la “Theotokòs” madre di Dio. Le tre stelle poste su di lei stanno a sottolineare la sua purezza, prima, durante e dopo il parto. Il suo grembo regge un ipotetico ovale raffigurante l’Emmanuele. E’ il punto di maggiore evidenza di queste icone perché il Bambino non ancora nato, ma vestito e benedicente, ha le braccia aperte in segno di accoglienza verso l’umanità. La sua iscrizione all’interno di un cerchio richiama l’usanza bizantina di avere sul petto un medaglione la cui immagine era quella dell’imperatore (signum); ma è anche simbolo di perfetta armonia, dove la sua divinità
non ha né inizio né fine.
La vergine del segno fa riferimento alla nota profezia di Isaia: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.”
La Vergine è Maria, che dona al mondo il Signore dell’Universo e con la sua totale apertura a Dio si fa primo “Ostensorio” dell’umanità.
“ICONE E VOLTI D’ORIENTE”, Alfredo Tradigo, casa editrice Mimep-Docete
http://www.sermig.org/nponline/163-articoli/11981-la-vergine-del-segno